Capita molto spesso di vedere squadre cambiare completamente volto a seconda della competizione in cui gioca. Un esempio lampane è stato il Milan tra il 2011 ed il 2014 che mentre in campionato arrancava pesantemente arrivando a fatica a qualificarsi per la Chmapions League, quando sentiva la musichetta della Champions League scendevano in campo guerrieri capaci di giocarsela anche contro lo stellare Barcellona. Ma non è l’unica squadra doppio volto degli ultimi anni: nella stagione 2012-2013 il Wigan Athletic è riuscito nell’impresa di retrocedere in campionato (9 vittorie su 38 partite) e alzare la F.A. Cup (6 vittoria su 7 partite) a Wembley Stadium contro il City di Roberto Mancini. Analizziamo dunque il Leicester City.
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In Champions League
Organizzato, ben messo in campo, irriconoscibile: sembra quasi il Barcellona di Luis Enrique quello che è sceso in campo nel girone G con la maglia blu. Ed invece è soltanto il Leicester City di Ranieri formato Champions League: 3 vittorie, 1 pareggio, primo posto a 2 giornate dalla fine, -1pt dalla matematica qualificazione agli ottavi ed oltre 360 minuti (considerando il recupero) d’imbattibilità nei primi 360 minuti di Champions della storia del Club. Mica male…
In Premier League
Disorganizzato, spaesato e svogliato. È questa la frase più accurata per descrivere il Leicester di campionato, in confronto a quello di Champions League. Nella vittoria del campionato della stagione, un fattore determinante è stato l’alto quantitativo di scontri diretti vinti. Quest’anno, invece, 4 sconfitte su quattro. E si perde anche contro l’Hully City di turno. 12 posto con 11 punti di distanza dalla vetta. Ma l’obiettivo dichiarato, si sa, è la salvezza…