La Virtus Roma sparisce, anzi no. Perché al momento il destino di uno dei sodalizi storici nel panorama delbasket italiano è ancora legato ad un filo, quello che andrà dipanato entro il prossimo 30 giugno che è la data ultima per l’iscrizione al prossimo campionato.
Ma nelle ultime ore pare che le nubi nerissime addensatesi sul futuro della squadra si stiano finalmente aprendo anche se di concreto c’è poco.
Uno dei punti fermi da cui ripartire è l’intenzione del patron, Claudio Toti, di mollare. Non per la mancata partecipazione ai playoff, che tutto sommato avrebbe cambiato poco, ma soprattutto perché da solo non se la sente di andare avanti soprattutto per quello che costa mantenere il giocattolo non potendo nemmeno usufruire di un impianto in proprio. I conti sono presto fatti: tra gli ingaggi di giocatori, dirigenti e l’affitto dell’impianto per la prossima stagione, non solo per la Prima Squadra, si arriva abbondantemente sopra i 2 milioni di euro, con 600mila destinati soltanto al palazzetto.
Toti già a gennaio aveva lanciato il proprio grido d’allarme che non è stato raccolto e ora si chiama fuori: “Per la società voglio prendere gli stessi soldi che ho speso per rilevarla, ma non mi interessa averli tutti e subito, l’importante è che si faccia avanti qualcuno. Se non succederà entro la fine di giugno ci penserò io a formalizzare l’iscrizione giusto per dare ancora un po’ di tempo a eventuali compratori. Ma finora non mi ha contattato nessuno”.
In realtà Acea sarebbe disponibile a rinnovare, sin da subito la propria sponsorizzazione, ma soprattutto si sta movendo il vicepresidente, l’ex sindacalista Sergio D’Antoni che lavora per rintracciare un imprenditore o un pool in grado di assicurare il futuro, con il Comune che si dice pronto a fare la sua parte. E sullo sfondo potrebbe esserci anche la mediazione del presidente Petrucci che oggi è numero uno del Coni ma con le prossime elezioni potrebbe chiamarsi fuori per tornare ad essere il numero uno del basket italiano, come una volta.