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Legge sugli stadi, il futuro è qui

Il disegno di legge sugli stadi è pronto da tre anni, eppure è ancora fermo. Eppure a sentire molti presidenti di società e non ultimo anche Gianni Petrucci, numero uno del Coni che non più tardi di martedì lo ha ribadito: “E’ una riforma che allo stato costerebbe zero euro e soprattutto riguarda tutti gli impianti, non solo quelli destinati al calcio”.

Già perché sarebbe un vero volano per l’economia, a patto di sfruttarlo a dovere. Ma ovviamente ci sono partiti, in primis il Pd, che vedono nell’operazione possibili inserimenti speculativi e colate sconsiderate di cemento sull’Italia e quindi ancora una volta hanno bloccato tutto in Camera dopo che il provvedimento era stato invece liquidato dal Senato nel luglio scorso.

Eppure tutti i dati disponibili dimostrano quanto sia fondamentale per i bilanci dei club, quelli di calcio così come degli altri sport di squadra, poter eventualmente disporre (già, è una possibilità mica un obbligo) di unimpianto di proprietà. Infatti la media spettatori della nostra serie A è crollata a meno di 23mila presenze a gara, stritolata da prezzi altissimi e tessere del tifosi, ma anche da impianti non all’altezza mentre gli altri campionati europei di vertice volano. Avere uno stadio di proprietà potrebbe invece voler dire fare cassa con la vendita della pubblicità e degli spazi interni, non penalizzando così l’utente finale, ossia lo spettatore-tifoso. Inoltre almeno due terzi delle entrate per i club oggi sono rappresentate dai diritti tv mentre quelle derivanti dalle gare calano precipitosamente.

L’obiettivo reale della legge è quindi quello di favorire la creazione di impianti sportivi adeguati, efficienti e a norma che seguano l’esempio dello Juventus Stadium, unico finora in Italia. Soldi spesi dalla società e dai suoi sponsor, non dallo stato che più in generale dovrebbe solo pensare ad approvare il decreto senza poi dover pensare a spese ulteriori. Facile dire che porterebbero anche nuovi post di lavoro, ma evidentemente interessa poco.

Intanto però Kpmg ha calcolato che nei prossimi 15 anni c’è la possibilità, per almeno 20 società di calcio tra A e B, di costruire nuovi stadi con la formula del project financing con un costo per ogni posto a sedere compreso tra i 1.100 e 2.000 euro sostenendo le spese con gli sponsor che rileveranno il naming right oltre che con il merchandising che ne deriverà e gli eventuali contributi del Credito Sportivo (che presta soldi ad interessi non da poco) e altri istituti bancari. Come a dire che interessa a tutti, meno che ai politici.

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